venerdì, settembre 08, 2006
Salute a chi crea danze nuove
Fammi vedere i tuoi seni, ti darò le chiavi del mondo. Così allude il maschio, mentre con le mani le ha già abbassato la veste. Eppure, la grancassa delle sue promesse ha suono di stagno: tanto in quell'attimo egli appare a sè possente, quanto piccolo e scontato all'orecchio di altri. Ma un uomo, in cuor suo, sa che la mediocrità è una gran ballo diurno nel quale ognuno, a turno, facilmente fa il suo ingresso. E' abbandonare la danza che, al contrario, richiede più impegno: dunque donne, aiutateci. Ridete, rideteci in faccia, a noi e alla nostra altisonanza. Noi vi abbiamo educato all'obbedienza e all'osservanza virtuosa, vi abbiamo educato alla finzione del disinteresse, vi abbiamo educato a distogliere lo sguardo proprio quando maggiore sarebbe la vostra voglia. In tutto questo noi abbiamo stilato i canoni della nostra mollezza, del nostro finto dominio. La sceneggiatura lisa cui ci pieghiamo ogni giorno l'ha stesa la nostra vigliaccheria.
Ebbene, finchè educheremo così le nostre donne, faremo torto a loro e ai nostri figli, quando, cresciuti, assieme vorranno cercare godimento e invece sarà solo dato loro di trovare, nemmeno sempre, lenimento. Paghiamo oggi in molti campi le colpe della morale dei padri, pagheranno i figli le nostre.
Salute più che mai, dunque, a chi crea danze nuove.
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