martedì, gennaio 09, 2007

la ricetta

Appunto anche qui una ricetta che, leggenda vuole, fu consegnata da un vecchio gaudente in rovina a quel che rimaneva della sua servitù:

1-si prendano il sesso e l’amore, che avranno, nella maggiorparte delle dispense, l’aspetto d’un informe pastiche più o meno omogeneo.

2-si disgiungano e si separino con meticolosa attenzione i due ingredienti l’uno dall’altro, aiutandosi con gli affilati coltelli della ragione, e con le grevi punte dell’analisi.

3-si filtrino i due composti dalle innumerevoli impurità materiali e morali ch’essi avranno accumulato negli anni al loro interno, e si versino poi in due grandi coppe distinte ad ossigenarsi, mentre si avrà cura di dar loro il tempo di ricostruire la propria struttura del gusto.

"Infine, servi, poggiate le coppe sulla mia tavola, affinchè io possa abbeverarmi ora all’una, ora all’altra, a seconda della mia scelta, e del mio bisogno.
Ponetele una alla mia destra e una alla mia sinistra, abbastanza lontane tra loro, chè non abbiano a mischiarsi nell’aria gli aromi e i sapori.
La mia lingua ne gusterà appieno l’uno, o l’altro, a seconda di quel che, con tutto me stesso, vorrò sentire. In questo modo, nessuno dei due aromi si sovrapporrà o smorzerà, con la sua arroganza, i toni dell’altro.
Del resto, se volessi berli assieme, sarei il primo a sapere che, nella guerra dei sensi, i tratti più prepotenti dell’uno tragicamente occulterebbero al mio palato i risvolti più dolci dell’altro.
Ascoltate bene, allora, servi: la mescita da entrambe le coppe sarà dunque da praticarsi, a questa mensa, con estrema parsimonia, e solo se e quando sarà stato l'ospite a richiederla: potrà, la commistione di entrambi, dare forse un gusto diverso dalla mera somma delle sue parti, tuttavia ben saprò in quel momento che avrò perso per sempre qualcosa del sapore dell’uno, e qualcosa del sapore dell’altro.
Ed è proprio questo, miei servi, ciò che ormai non mi posso più permettere”.

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