sabato, dicembre 30, 2006
Nodi diversi
martedì, dicembre 26, 2006
Nataleggiando...
Finito con i bacetti sulle guance a parenti ed estranei ai quali negheremmo perfino una trasfusione di sangue in caso di bisogno?
Abbiamo puntualmente consegnato parte delle tredicesime a questa orgia che prende il nome di natale? E' un caso, tra le altre cose, che questi soldi arrivino verso la metà di dicembre?
"Grazie alle tredicesime è senz'altro più facile per le famiglie espletare il compito di acquisto e di consumo" direbbe, contento, il direttore vendite di un' Ipercoop.
Sono allora finite le maratone di cartoni animati (bambi!) in prima serata? Potremmo tornare, per cortesia, a riempire lo spazio tra uno spot e l'altro con i pacchi e i calciatori e gli stacchetti e le tette e, soprattutto, con le varie fiction italiane che teneramente tentano di sembrare made in u.s.a.?
Si può smettere, insomma, di fare i coglioni e tornare, con tranquillità, ad essere stronzi?
lunedì, dicembre 18, 2006
la provincia si gratta
Un weekend, godendo del tempo di riposo dallo stancante lavoro settimanale, presi il primo treno per la vicina metropoli, e mi persi nelle sue strade fumose e nei suoi vizi pacchiani. Visitai infine uno di questi negozietti peculiari che abbondavano da quelle parti ben prima che ne venisse aperto uno perfino a carpi. Ebbene, dentro questo sexyshop trovava posto una cabina circolare con pratici oblò dai quali era possibile, previa inserimento di monetina, dare un’occhiata alla scena che si svolgeva all’interno, per un tempo massimo di circa 5 minuti. Il peep show, in altre parole.
Io inserii ovviamente la mia monetina, sudata a colpi di pere.
Quando si aprì l’oblò, i due mi sembrarono, se pur vagamente annoiati dalla routine degli atti copulatori, molto, molto lontani dalla stanchezza che mi causavano le pere dall’alba al tramonto.
Fu allora che decisi che quella noia sui loro volti doveva essere comunque un male minore, rispetto alla braccianza agricola che mi trovavo contrattualmente a svolgere ogni santo giorno.
Trovai allora il gestore del posto, un corpulento nero dai capelli unti, e gli chiesi se per caso avesse avuto bisogno di un giovane figurante da inserire in cartellone, magari con il sano affiancamento di qualche più esperta protagonista. Ovviamente, mi informai anche sul trattamento economico, sugli obblighi contrattuali, giorno di paga, etc.
Feci poi qualche rapido calcolo.
La triste realtà era che le pere, neanche a dirlo, pagavano molto, molto di più. Anzi: con il peep show c’era di che morire di fame, o, peggio, di che dover tornare immediatamente in patria, dato che le mie riserve si sarebbero assottigliate molto, molto rapidamente.
Mentre pensavo a questa perversa rivincita della morale, la quale sembrava inseguirmi fin sul piano economico, mi congedai dal gentile nero, che, notai tra me e me, era comunque stato molto professionale nel farmi capire che non mi avrebbe dato praticamente un cazzo se io gli avessi venduto quella che, del resto, era una forza-lavoro del cazzo.
Uscii allora nella nebbiolina d’ottobre, e m’incamminai verso la stazione per prendere il treno che mi avrebbe riportato nella campagna.
Non era quello il primo, non sarebbe stato quello l’ultimo di una serie di colloqui di lavoro, ancora, del cazzo.
giovedì, dicembre 14, 2006
in difesa dei cani
Tuttavia, l'agire libertino non si esaurisce affatto in questo. La posta in gioco vuole essere maggiore: perchè questa norma? perchè questa convenzione? va sibilando il libertino nel suo rabbioso vagare, mentre, pur con la bava alla bocca, non si fa mancare un sorriso per il prurito fatto così nascere in chi quella norma e quella convenzione aveva deciso, per il proprio vantaggio, di plasmare o, per la propria vigliaccheria, di seguire senza far questione.
Rapida la lingua del ligio crederà comunque di screditare il libertinaggio, descrivendolo come una monotona esclusiva dedizione alle carnali passioni, che, con sdegno, ricorderà esser propria dell'animale. Il ligio chiamerà allora cane il libertino, e cagna la libertina, non sapendo peraltro di far loro una sottile lode. Forse che il cane infatti non porta il volto vicino ad ogni cosa, per meglio comprenderne la natura? Senz'altro si accosta egli senza indugio a culi di altre cagne, secondo lo svelto protocollo che non prevede nè cinema nè cene. E tuttavia, non si accosta il cane anche ai fiori, così come all'acqua chiara, e pure, un attimo dopo, al fango? Non guarda uggioso la luna, e pure avanza con la testa rivolta alla Terra? A parte quelle che si ostina ad impartirgli l'uomo, conosce forse il cane altre censure, nel breve soffio in cui gli è dato di vivere?
Allora: il corpo è in realtà solo una di quelle sfere che la libertà di coscienza vuole arrivare a toccare. E' forse essa la sfera più imprescindibile? La più immediata? La più piacevole da esplorare?
Non necessariamente, e non sempre.
Ad ogni modo, considerato quanto i costi della libertà di coscienza sappiano essere più onerosi di quelli che s'incontrano lungo la placida strada dell'accettazione del senso comune, la sfera del corpo si staglia senz'altro come un caldo punto di ristoro sul cammino del cane randagio.
Innegabile, porco cane.
Eppure, " la vanità, non la lussuria, resta il mio peccato preferito", direbbe comunque un buon diavolo.
venerdì, dicembre 08, 2006
Perchè non si ripeta più
Perchè?
La collezione di ossimori (dio uomo, vergine madre, uno trino, etc...) che prende il nome di cattolicesimo vuole che la giornata di oggi sia dedicata al dogma dell'Immacolata concezione di Maria. Di qui, in uno Stato laico, la festività.
Urge tuttavia una precisazione: l' "Immacolata concezione" si riferisce al concepimento di Maria, e non a quello, comunque altrettanto prodigioso, del Figlio suo.
" La beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale".
Così recita infatti il Catechismo ufficiale della Chiesa cattolica.
Ebbene, io, che comunque so di non sapere, fino ad oggi non sapevo. O meglio: avevo probabilmente finito con il rimuovere dalla memoria la verità, a causa, non c'e' altra spiegazione, di carenze didattiche risalenti ai tempi dell'indottrinamento catechistico cui fui, come moltissimi compatrioti, soggetto durante l'infanzia. Non essendo stati i miei catechisti precisi ed efficaci su questo punto, infatti, è potuto accadere che fino ad oggi io abbia creduto, Dio mi perdoni, che l'Immacolata concezione si riferisse invece al concepimento di Jesus, avvenuto, come ci viene detto, senza contatto carnale.
Ogni anno, in questo periodo, mi martellavo allora puntualmente sui conti che non tornavano:
8 dicembre + all'incirca 9 mesi? Ebbene, tale conteggio avrebbe posizionato la nascita del Bambino in un ancora caldo giorno di fine estate. Niente freddo, niente neve. Non poteva essere: tutta l'iconografia pubblicitaria del Natale sarebbe stata da buttare.
Avevo allora elaborato l'opzione 2: l'ipotesi era quella di una gravidanza sprint.
Tuttavia, neanche questa sembrava fornire una spiegazione troppo plausibile: dall'8 dicembre alla mezzanotte del 24 non sarebbero neanche tre settimane. Ci sarebbe sì voluto, in questo caso, un miracolo.
Insomma, ogni anno, di questi tempi, cercavo, senza trovarla, pace intellettuale. Poi ieri ecco l'illuminazione, quasi un'epifania, per la quale devo rendere grazie a wikipedia.
Come però ho avuto modo di vedere, un'erronea credenza derivante da un innocente fraintendimento si può tradurre in dubbi pesantemente feroci, il cui alto prezzo procura non poco patimento all'individuo. Perchè questo non si ripeta più, sono qui a sollecitare una maggiore cura didattica da parte dei docenti del sistema catechistico nazionale: signori! impegnatevi allora tutti, perdio, a fare maggiore presa sulla mente vergine del bambino. Piantate più a fondo l'acciaio della Dottrina nella mollezza del suo cervello incorrotto! Siate più pronti nel trarre vantaggio dall'assenza di resistenze che la sua mente morbida vi offre: fate in modo che, da adulto, non possa egli correre il rischio di scordare o confondere il vostro corretto insegnamento,
signori.
giovedì, dicembre 07, 2006
Può darsi
Può darsi, comunque, che queste che in due facevano si e no cinquant'anni si meritino, per quel che può valere, un posto in questo luogo di non troppa importanza.
Grandi domande reggiane
brindammo al bel superfluo
toccammo il gran legame
tra belle donne e soldo.
Sembra legge universale:
se fuori dal locale
ci son 6 lamborghini,
dentro abbonderanno
modelle in corta mini.
Ma vedere fiori freschi
con maschi un po' passati
molto privi di capelli
un po' bassi, non slanciati
non può che far pensare
al fioraio che è in trasferta:
porca troia, è proprio vero
se c'è soldo, è sempre aperta
l'orchidea di cui parliamo.
E hai un bel da pensare
che tanto nudo sei uguale
a quello che parcheggia
la ferrari lì all'ingresso:
questo è un grasso carnevale
di più conta il bel costume
per sapere quanto vale
l'esemplare di maschione.
Tra i divani stile impero
e il flusso di moet&chandon
mi si pone una questione
(so già che non ci dormirò
ma il fioraio è abituato):
Guarda il nome ben stampato
che, causa effetti di mercato,
portan tutti sotto pancia:
il nome di un signore,
calvino klein, sulla mutanda.
Ora, chissà se, per disgrazia
da bambino in altro modo
fosse stato battezzato:
"pasquale ciarlariello"
(metti il caso, come esempio)
avremmo scritto sul pisello?
sabato, dicembre 02, 2006
blues d'inverno
questo spleen che accaviglia l'amorale
regalo forse d'un dio amante del castigo?
figlio dell'agio normale in occidente?
e se fosse d'una donna, il nome che rattrista?
o d'un uomo magari? Mente mente..
Per non parlare della nuda angoscia
che porta la ricerca d'uno scopo:
il frutto è ombroso, amaro il morso.
Stilla goccia goccia, il cuore inchioda
ma cos'è? paura, paranoia, gusto perso?
stolti dubbi dicembrini d'un vivente
come il dubbio che t'assale in quel momento
quando, sudato, ti chiedi se sei niente
quando congedi l'affanno della bestia:
cinque minuti di freddo postorgasmico
sfatto eppure mai, mai fosti così lucido.
un giorno è un anno, un anno un giorno
e vita scorre altezzosa, non si volta
se non per canzonare, la gran troia.
Sicchè il blues d'inverno adesso suona
e col tono d'una vittima col boia
mi chiedo: quale obbligo, che binario
quale argine farà scorrere il mio flusso?
Guardo intorno, guardo il giusto:
un vecchio amico sarà padre, cosa dirgli?
la società prevede una famiglia
oppure un contributo produttivo
meglio ancora se entrambi nel contempo:
ogni tanto sfogherai l'uno nell'altro.
Chiamano povero, maledetto il nomade
senza posa, senza casa, senza niente
ma maggiormente m'intristisce lo stanziale
che non fa altro che morire lentamente.
Il blues d'inverno ha una sola nota triste
si ripete: Che fare con quel bene di valore
(il solo), che fare della vita? c'è potere?
dov'è nascosto cazzo il senso delle cose?
Un'Alta Domanda presenta molto rischio:
sempre alto è il prezzo della Vista,
alta l'altezza da cui cadi se rispondi.
"Comunque, in fonderia cercano sempre"
sintetizzando m'aiuterebbe, forse, un battutista.