venerdì, novembre 10, 2006

lo zoo è qui

quante bestie che si vedono in un albergo a quattro stelle...
la gazzella di giorno è molto seria, va in ufficio
poi dorme una sera col leone, una sera col gorilla...
il panda che gioca a fare il lupo chiede:
scusi, dove è possibile trovare una coperta?
se ne va e ritorna con una bella gatta
forse slava forse croata forse russa
lo scimmione che non riesce a dire un congiuntivo
scende dal porsche e vuole la colazione a letto
due vecchie cagne che s'incontrano per caso in un ambiente
non potranno non ringhiarsi: chi è la più splendente?
anche solo con gli occhi e con i gesti
si diranno, l'una all'altra: vecchia laida, credi ancora
di trovare maschi dominanti?
e porci, e orsi, e fieri guerrieri
piccole farfalle, topi minuti
bestie nostre e bestie straniere.
quante bestie che si vedono in un albergo a quattro stelle
quante storie, quante facce,
e, diosanto, quante balle.
quante balle c'hanno quelli di un albergo a quattro stelle.

6 commenti:

MASTROFIORAIO ha detto...

precisamente.
il vecchio hank aveva ragione.
il miglior spettacolo del mondo, e non devi nemmeno pagare il biglietto.
per il momento.

Anonimo ha detto...

A quindici anni osservavo senza essere notata. Vedevo vite scorrere nella mediocrità che contraddistingue le piccole città. L’onnipotente adolescente crede di cambiare il mondo. Poi ti sdraiano sopra un letto, ti appoggiano una mano sulle labbra, spengono la luce e ti infilano la verità tra le gambe senza chiedere permesso. Il cambiamento non è immediato.
Non hai sentito nulla ma sai che ora sei come tutti: una porta aperta, culla degli intrusi che desiderano spiegarti l’inutilità dell’esistenza. Troppo giovane, preziosamente ingenua per rendersi conto che è possibile modificare il prossimo in funzione del ritmo della propria vagina.
Qui tutto diventa nitido, non cambierai il mondo ma lui non cambierà te. Mantenere quel briciolo di apparente innocenza, un sorriso puro e controllo. Decidere quando, dove e soprattutto come. Sono io a dare il tempo, io che decido quando è il momento di farmi sentire la tua presenza e l’apparente mascolinità che credi possa albergare in te.
A dieci anni di distanza una sola cosa è cambiata osservo con maggiore attenzione. Le vite che si imbattono in me sono sempre le stesse. Mediocri. Una familiare blu, comprata pensando al numero di figli che hai deciso di mettere al mondo, una casetta che ogni mese il mutuo ti ricorda essere tua, la sveglia mattutina che ti impone di sorridere al primo stronzetto che pensa di essere migliore di te, le corsie del supermercato ti dicono che c’è qualcuno che aspetta seduto al tavolo la razione serale e che quasi sicuramente prima di addormentarsi vorrà dimostrarti di portare i pantaloni.
Cosa spinga a questo patetico allineamento non credo sia la morale, temo sia la paura di finire in un albergo a quattro stelle sotto gli occhi di un giovane Mastrofioraio che presuntuoso ti ricorda che hai perso il ritmo della tua vagina.

MASTROFIORAIO ha detto...

come mastrofioraio non posso che dare un caldo benvenuto all'erba infestante nel mio giardino...
ogni mastrofioraio degno di tal nome ben sa che ciò che alcuni considerano erbaccia,come l'artemisia, per altri è bellissima et utilissima pianta.
non più la luna è cielo a noi, che noi alla luna.
ma dimmi artemisia, l'allineamento di cui parli, l'hai fatto tuo? o sono le tue paure, quelle che scrivi? se sono paure, rassomigliano a quelle di chi, guardate in controluce le piccinerie che reggono l'ordinaria esistenza osservante, non sarà mai a suo completo agio nel viverla.
se invece è un bilancio vero e proprio quello di cui narri, mi vengono alla bocca le parole di un vecchio, indimenticato mastrofioraio:
"bada bene, ogni giorno è buono per decidere se stare, andare, fottere o crepare".
ogni giorno in potenza è un'occasione per nettarsi.
ritrovalo, quel ritmo perso

Anonimo ha detto...

Hai mai provato a liberarti di un’erbaccia che silenziosa si è mimetizzata tra le piante del tuo giardino? E’ testarda, non si lascia dominare. E’ maestosa e particolarmente permalosa. Sceglie con astuzia il luogo dove crescere, lontano da occhi indiscreti e minacciosi ma sempre abbastanza vicino per poter osservare serenamente l’incessante e prevedibile lavorio che la circonda. Non sarà mai paragonabile a un’orchidea e non riceverà mai le sue attenzioni, libera da regole saprà adattarsi senza perdere mai l’indipendenza che la contraddistingue. Ti accorgerai di lei quando ormai sarà troppo tardi. Ahimè, a tua insaputa, avrà già irrimediabilmente sconvolto il quieto vivere del tuo prezioso giardino.

MASTROFIORAIO ha detto...

qualunque cambiamento annoia lo spirito meno dello status quo.
di nuovo e sinceramente, benvenuta.

Unknown ha detto...

la foto è a dir poco pietosa, penosa o oscena!

valentina e marzia