Il corpo umano è ragionevolmente paragonabile ad uno strumento musicale, la cui pratica continua permette di realizzare melodie ed intrecci magnifici, qualora il musicante che vi si accosti sia dotato, oltre che della conoscenza della tecnica, del sacro spirito della sperimentazione. Altrimenti, come è tristemente noto ai più, questo strumento in potenza fantastico vi consegnerà sempre il solito ridondante motivo. E poche cose sanno essere tristi quanto la potenzialità sprecata.
giovedì, agosto 31, 2006
Le note del corpo
Il corpo umano è ragionevolmente paragonabile ad uno strumento musicale, la cui pratica continua permette di realizzare melodie ed intrecci magnifici, qualora il musicante che vi si accosti sia dotato, oltre che della conoscenza della tecnica, del sacro spirito della sperimentazione. Altrimenti, come è tristemente noto ai più, questo strumento in potenza fantastico vi consegnerà sempre il solito ridondante motivo. E poche cose sanno essere tristi quanto la potenzialità sprecata.
Libera ogni essere in gabbia che incontri
La morale nasce da esigenze materiali che - e qui risiede la gravità del delitto - vengono spacciate per spirituali. Sarà dunque più agevole raccogliere quel fiore al quale avremo sfiorato lo spirito: potremmo allora scrollare facilmente di dosso la zavorra dell'educazione dalle sue spalle, e vederne inarcarsi la schiena liberata sotto il fremito del piacere. Talora accade che ciò che prima non era altro che uno dei tanti boccioli che riempiono le nostre tristi città diventi una lucente orchidea la cui resina, abbondante quanto e più del nostro impegno, potrebbe arrivare ad essere troppa per un raccoglitore solo. Per un fioraio, per un amante. Troppo miele per un solo orso.
Tuttavia non dovrà essere questo motivo di cruccio, quanto piuttosto di soddisfazione. Sarà opportuno ricordare un'usanza asiatica, al proposito: parte della tradizione, in caso di eventi funesti e lutti, vuole che il tristo si procuri degli uccelli vivi in una gabbia, li conduca nel luogo più adatto, e li liberi. Poche cose riempiono lo spirito come dare, o credere di dare, ciò che chiamiamo libertà.
Tuttavia non dovrà essere questo motivo di cruccio, quanto piuttosto di soddisfazione. Sarà opportuno ricordare un'usanza asiatica, al proposito: parte della tradizione, in caso di eventi funesti e lutti, vuole che il tristo si procuri degli uccelli vivi in una gabbia, li conduca nel luogo più adatto, e li liberi. Poche cose riempiono lo spirito come dare, o credere di dare, ciò che chiamiamo libertà.
L'eterno ritorno della copula
Forse che esiste qualcosa di più invariabile nel tempo dell'accoppiamento? Qualcosa i cui fondamentali resistono da centinaia di millenni, incuranti degli attacchi che alla fisicità della natura pongono le velleità ideologiche delle menti umane? Essa è senz'altro vecchia come e più della pietra con cui probabilmente sarà fatta la tua casa. Durante milioni di anni il principio dell'unione si è modulato sulle diverse frequenze degli esseri e delle specie, senza variare di un centesimo la propria natura, che è, appunto, la natura.
Eppure, tutto ciò, non è forse differente ogni volta, fosse anche per la più piccola e passeggera percezione di una minima differenza? Un momento, un attimo, uno sguardo, una certa postura, una certa spinta con la schiena, una chiusura degli occhi, e tutto il mondo immenso delle possibilità?
"Detesto la copula e gli specchi, poichè entrambi moltiplicano gli esseri" scrissero.
Un punto di vista per certi versi condivisibile. Tuttavia, non ogni accoppiamento termina con una fecondazione. Ma non ci si inganni: tutte le copule che non moltiplicano gli esseri, pur irritando -perlomeno pubblicamente- il vaticano, non sono affatto sprechi, quanto piuttosto, se ben realizzate, uno dei fenomeni maggiormente definenti la natura umana: la gratuità dell'azione, quando non, addirittura, la scelta. La libera scelta che si affranca dall'economia di natura.
L'arte per l'arte, giovane cruccio estetico, ha fatto in realtà il suo ingresso tra gli uomini insieme alla prima interruzione volontaria di coito.
mercoledì, agosto 30, 2006
Non aver paura, bambina
Se vi si pensa un poco, in estrema sintesi la corruzione di giovani -ossia fertili- fanciulle è l'atto senza il quale il genere umano si estinguerebbe. V'è un momento secco nel quale una bambina diventa donna o una femmina prende totale coscienza del proprio essere a poco a poco, lungo un cammino di corpo e spirito? Compito del fioraio non sarà quello di rispondere. Compito del fioraio sarà quello di essere artefice e complice, fin che l'età lo permetterà, del maggior numero possibile di compimenti, laddove per compimenti si intenderà l'antico e sempre nuovo sbocciar del fiore che tanto amiamo. Occorre non scordarsi che il fiore femminile gronderà il miele di cui ci nutriamo solo nel caso in cui sapremo conquistarci la mente che lo governa e dal quale essa, al contempo, è governata. Il piacere si otterrà allora contrastando colpo su colpo le educazioni e le convenzioni, armi tremende della mortale nemica del fioraio, la morale. Con queste affilate frecce avvelenate essa, non potendo efficacemente colpire colui dal quale è stata ripudiata, bersaglia scientificamente le menti tutte della rimanenza delle genti.
S'aprano le danze
Non s'adoperi l'uomo comune all'eccesso nello sforzo di comprendere, nè di classificare quanto qui segue. Non con la logica di cui forzosamente egli si ciba è costruito questo castello. Non al gusto estetico cui egli sarà stato scientificamente addestrato s'adattano queste lettere. Non al suo buon senso, non al conveniente.
L'etica di molti di tali pensieri è tanto lontana dalla morale comune quanto lo sono la maggiorparte degli amplessi dal loro potenziale effettivo. Esistono e si compiono senz'altro ogni giorno più gravi delitti, ma per troppo tempo si è andato sottovalutando l'assassinio della natura che viene perpetrato ogni giorno in nome della più antica truffa di cui l'umanità sia stata vittima e, ad un tempo, complice . Essa ha avuto molti nomi, qui la si indicherà con l'altisonante nome di morale.
morale.
morale.
quante le vittime del tuo secolare olocausto? nemmeno dio, se solo esistesse, potrebbe più contarle.
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