lunedì, aprile 02, 2007

manifesto del frivolo


Tanto pesante sa essere la materialità del mondo, ch'essa sarebbe insostenibile senza un sano ricorso al leggero: la gretta meschinità del corpo abbisogna non solo di zuccheri e proteine, ma anche di musica, e colori, e danze, e giochi nell'aria, e bolle di sapone da far volare.
Ode qui a tutti quei prìncipi e quelle principesse di frivolezze che mi accompagnarono ogni volta che lo spirito, pur di restare in quota, necessitava di gettare fuoribordo tutta la zavorra d'impedimento.
Allo stesso modo, ogni volta che ride il triste, che ghigna il moribondo, che brinda il pezzente, noi saremo con loro.
Ogni volta che la necessità verrà stravolta, ogni volta che l'estetica piegherà la ragion pratica, e l'arbitrio il costume, noi saremo lì.
Ogni volta che si farà volare un aquilone, noi saremo nel vento.
Ogni volta che si scriveranno cazzate, noi saremo tra le righe, come in questo caso.
A fare cosa, non si sa.
Proprio per questo, sarà leggerissimo e perfetto.
Ode dunque alla leggerezza, perchè insopportabilmente pesante sa esserne l'assenza, come sa chi da tempo non ride più perchè confonde serietà con tristezza, normale con mediocre, triste con tristo.

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