lunedì, aprile 30, 2007

Il paradosso

Il fioraio non abita più qui, ormai dovresti saperlo.

Dunque, cosa cazzo ci fai ancora su questo sito?


(Lo so, anche tu mi manchi)

martedì, aprile 10, 2007

The end

Riverisco lor signori, si chiude bottega.
Il fioraio continuerà, forse, a cogliere e a scrivere, ma recide in questo meraviglioso e terribile aprile il cordone ombelicale con la sua creatura.
Tutti i giochi vengono a noia, ecco la maledizione non già del bambino capriccioso, ma dell'individuo attento.
Sarebbe del resto tremendamente ironico che proprio chi innalzò questo piccolo spassionato altare, professando amor di libertà, debba poi finire con l'imporsene la cura e la manutenzione.
Con poco rumore arrivai qui, con ancor più silenzio guadagno la porta sul retro del teatro.
Auguro a chi in questo luogo venne, e a me soprattutto, ben più degne occupazioni, come pure, di cuore, tutta la libertà di cui sarà capace senza arrivare ad aver paura.
"Abbiamo barattato la garanzia di non morire di fame con la certezza di morire di tedio" sta scritto, nemmeno troppo in piccolo, nello statuto del nostro Comune, della nostra Provincia, della nostra Regione.
Ebbene, a volte, è bello poter pensare che i termini di quel contratto di baratto siano aggirabili.
Ecco l'augurio del fioraio che riverisce, e saluta.
Au revoir



lunedì, aprile 02, 2007

manifesto del frivolo


Tanto pesante sa essere la materialità del mondo, ch'essa sarebbe insostenibile senza un sano ricorso al leggero: la gretta meschinità del corpo abbisogna non solo di zuccheri e proteine, ma anche di musica, e colori, e danze, e giochi nell'aria, e bolle di sapone da far volare.
Ode qui a tutti quei prìncipi e quelle principesse di frivolezze che mi accompagnarono ogni volta che lo spirito, pur di restare in quota, necessitava di gettare fuoribordo tutta la zavorra d'impedimento.
Allo stesso modo, ogni volta che ride il triste, che ghigna il moribondo, che brinda il pezzente, noi saremo con loro.
Ogni volta che la necessità verrà stravolta, ogni volta che l'estetica piegherà la ragion pratica, e l'arbitrio il costume, noi saremo lì.
Ogni volta che si farà volare un aquilone, noi saremo nel vento.
Ogni volta che si scriveranno cazzate, noi saremo tra le righe, come in questo caso.
A fare cosa, non si sa.
Proprio per questo, sarà leggerissimo e perfetto.
Ode dunque alla leggerezza, perchè insopportabilmente pesante sa esserne l'assenza, come sa chi da tempo non ride più perchè confonde serietà con tristezza, normale con mediocre, triste con tristo.