mercoledì, marzo 07, 2007

parolacce


La crudezza della lingua piace a chi, come il fioraio, si ciba di carne cruda.
Del resto, grazie agli effetti di quei dispositivi educativi che ci sommergono fin da piccoli, con tutta probabilità ci si rivelerà maggiormente gustosa quella crudezza di lingua proveniente da una donna, poichè, nella strutturata innaturalezza cui si piega la società, le donne sembrerebbero generalmente indirizzate, nel lungo periodo, più verso l'osservanza che verso lo scandalo (meglio: verso una fine dissimulazione più che verso una spietata franchezza).
Sicchè, perfino oggi che tutto abbiamo già visto e tutto abbiamo già provato, la donna che ti guarda negli occhi e ti chiede: "avresti voglia di scoparmi?" potrebbe, pour parler, avere un qualche effetto anche sul sistema limbico dell'interlocutore più apatico.
Meno male dunque che esistono le regole dell'educazione e del buoncostume, così che, quando le stesse vengono violate, possiamo agilmente trarne gusto e stimolo. Altrimenti, se tutto fosse permesso per statuto fin dall'inizio, "vuoi scoparmi" avrebbe lo stesso effetto di "ma io cosa sono per te?" (ricorrente frase femminile).

5 commenti:

Anonimo ha detto...

"Hai voglia di scoparmi?" è una delle mie preferite..peccato che i maschi la usino poco.
"Ma io cosa sono per te" è trasversale ai generi sweetie!

MASTROFIORAIO ha detto...

hai voglia di scoparmi?
pero' io, io cosa sono per te?

Anonimo ha detto...

Eh questa mi è capitata. Purtroppo il "però io cosa sono per te" ha avuto lo stesso effetto del ketchup sulla fiorentina: non si può così la rovini!
Finita la poesia.
Ma come si fa ad accostare due frasi del genere?
Ma esistono molte persone con gusti strani. Le donne poi sono portatissime a smontare le situazioni.
La fiorentina va servita a cottura medio sangue (perché se la chiedi al sangue in genere ti viene portata la mucca viva che fa muuuh, al massimo con un po' di olio sale e pepe; il ketchup invece sarebbe preferibile che rimanesse nel suo ambiente naturale, il mc donald.

Anonimo ha detto...

E’ piacevole notare come l’uomo sia così distante dal capire la mente femminile; o meglio come sia banalmente trincerato dietro l’immagine di una donna succube del pene.
Credo che “Vuoi scoparmi?” e “Io cosa sono per te?” siano due domande che si completano vicendevolmente delineando una femminilità debole e frustrata, schiava dei sentimenti,pronta a svendersi per ottenere qualcosa di più del semplice sesso.
Non si tratta di fiorentina al ketchup ma di una stitica bistecchina ai ferri che si vuol fingere una succulenta fiorentina con l’osso .
Mastrofioraio posso scoparti?
Come suona al sensibile orecchio maschile questa domanda priva di seguito?
Non ho mai apprezzato l’uomo che prima ancora di entrare nel mio letto si arrogasse il diritto di potermi scopare, né quello che mi chiedeva di scoparlo. Certe fragilità maschili è meglio tacerle evitando di farci la figura di un magro petto di pollo alla piastra (restando sulla metafora carnivora).
Negli anni non sono cambiata molto, sarò all’antica ma la frase che preferisco dire e sentirmi dire quando ho voglia di divertirmi è un generico “Hai voglia di scopare?”.

MASTROFIORAIO ha detto...

la fragilità maschile necessiterebbe i suoi monumenti, mentre invece la si costringe a vagare nel mondo oscenamente truccata da baldanza.
proprio per questa disperata necessità di celebrazione, tra le altre cose, è nato questo postaccio virtuale.
ora, venendo al punto centrale della questione: c'è chi chiede di scopare e chi chiede di essere scopato, e c'è chi chiede di essere amato, o umiliato, c'e' chi chiede di essere abusata, o compresa, o protetta, e chi chiede di sedersi al posto di comando e dirigere, o di salire in scena e recitare.
E molto altro.
Non tutti chiedono quello che vorrebbero, e non tutti vorrebbero quello che chiedono: così del resto vanno le cose.
Un fioraio, ad esempio, per mission circonda di attenzioni il fiore sul quale si sarà posato il suo interesse, ma il suo sogno ricorrente rimanderà, con tutta probabilità, a scene di completo abbandono in selve di fiori che lo circondino e lo stordiscano, prendendo d'imperio il sopravvento sulla sua minima tecnica e sulla sua ancor più minima teoria.